Il bisfenolo potrebbe ridurre il successo di fecondazione assistita. La sostanza chimica, usata per la produzione di contenitori per uso alimentare, come lattine e bottiglie per l'acqua, è sotto esame dell'Efsa (l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare) perché avrebbe effetti negativi sulla fertilità. Aumenta il tasso di morte degli embrioni e riduce le possibilità di successo di un loro impianto in utero, di gravidanze e nascite nelle coppie che si sottopongono a fecondazione assistita. Lo hanno verificato i ricercatori dell'università di Harvard, coordinati da Jorge Chavarro. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature reviews endocrinology, conferma i risultati delle ricerche fatte nell'arco di 20 anni da Fred vom Saal, endocrinologo dell'università del Missouri, sugli effetti del bpa sul sistema riproduttivo, in particolare sui danni allo sperma e agli ovociti. «Chavarro e il suo gruppo hanno studiato gli effetti del bisfenolo A sugli embrioni nelle donne che si sottopongono a procreazione assistita - commenta vom Saal - confermando altri dati già noti». Il bpa è largamente diffuso: si stima che 7,7 milioni di tonnellate di prodotti chimici siano realizzate ogni anno con questa sostanza. È stato dimostrato che altera i meccanismi di segnalazione che coinvolgono gli estrogeni e altri ormoni necessari per il successo della pma. «Quest'ultimo studio - continua - dimostra che la probabilità di avere un embrione che sopravviva scende dal 50% al 20%, man mano che aumentano i livelli di bisfenolo».
E proprio sul bisfenolo l'Efsa, l'agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha annunciato l'istituzione di un gruppo di lavoro con esperti internazionali per valutare i nuovi dati scientifici emersi sui potenziali effetti del bisfenolo A sul sistema immunitario dei feti e sui bambini piccoli, dopo la richiesta arrivata dal ministero della Salute olandese e un rapporto dell'Istituto nazionale olandese per la salute pubblica e l'ambiente (Rivm) che raccomanda di incrementare la ricerca sulle alternative al Bpa e di consigliare ai consumatori di ridurre la propria esposizione al bpa da alimenti e altre fonti.
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